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June 27, 2009
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Jimmy Swaggart Crusade
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ANTHONY LANZA COCOZZA E CONTESSA ELAINE LANZA COCOZZA: Tribute To The Great Mario Lanza - Macola Records, 1985 MusicClub
ANTHONY LANZA COCOZZA E CONTESSA ELAINE LANZA COCOZZA A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza - Macola Records, 1985
L’insieme delle cose che reputiamo belle può essere definito fenomenologicamente. Che questa intuizione non sia del tutto sconclusionata lo si può evincere dal parallelo con la meno improbabile fenomenologia dell’innamoramento. Il nostro amore verso qualcosa o qualcuno pare manifestarsi attraverso sintomi tipici che già la trattatistica due e trecentesca attribuiva seriamente ad una malattia: “Amore Hereos est morbus quem patitur cerebrum, cuius causa est nimia cogitationis concupiscentia”, scriveva Dino del Garbo. E allora non è fuori luogo proporre in questa rubrica (La Musica Bella Secondo Me) un album che rasenta l’inascoltabile ma che riascolto ogni volta con entusiasmo. Di fatto A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza mi induce uno stato di irrazionale euforia per cui non posso far altro che considerarlo tra le cose che reputo belle. A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza, come da originalissimo titolo, è un tributo a Mario Lanza, all’anagrafe di Philadelphia Alfred Arnold Cocozza, per gli amici Freddy. Gran voce, lirico di buon livello, attore, showman, morto 38enne a Roma nel 1959. L’album è uno split tra Anthony Lanza Cocozza, per gli amici Freddy, Sir. per l’occasione, ed Elaine Hardenstein, qui citata per Contessa Elaine Lanza Cocozza, ormai defunta moglie del suddetto Freddy del quale non è inverosimile pensare che sia anche lui ormai passato a miglior vita. Anthony Lanza Cocozza pare essere parente, ma non è certo il grado, di Mario Lanza. Freddy afferma che sia suo fratello. Freddy dice un sacco di cose. Che è stato più volte convocato alla casa Bianca da diversi presidenti (a far che?), che è poeta (mai letto sue poesie), cantante (mai sentita una sua canzone), cantautore (mai letto un suo testo). L’album risulta dell’85, ma se fosse così i master originali devono risalire almeno almeno agli anni ‘70. Questo si evince sia dalla qualità della registrazione e dalla musica proposta. La Macola Records, etichetta di questo album, è una label specializzata in hip-hop (Dr. Dre credo sia il nome più famoso della crew). Cosa c’entri A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza con la Macola Records non si capisce, senza contare che nel catalogo non risulta nemmeno. Immaginate ora un disco di cui non si hanno prove certe della sua esistenza se non fosse che l’avete fisicamente in mano. Immaginate una tipica orchestrina mariachi che suona una specie di bolero ranchero ma con l’aggiunta di un pianoforte che rende tutto più pop e molto calypso (così suonava un certo pop tra gli anni ‘50 e ‘60 negli States). Immaginate due artisti che sembrano più i personaggi di un racconto di Borges che comuni esseri umani. Immaginate Elaine che in tutto questo sfoggia un cantato lirico che somiglia al vagito di una capra su una base calypso di una canzone che originariamente era tutt’altro. Immaginate reinterpretazioni di cover che Mario Lanza non ha mai cantato. Immaginate titoli di canzoni riportati in maniera scorretta (Jamaica Farewell che qui diventa Jamaica Far Away). Immaginate di scoprire che Elaine Hardenstein è nipote della regina Vittoria. Poi passate all’ascolto della seconda parte dello split ed ecco che si apprende di quando Anthony andò in sala d’incisione con la raucedine... Tutto questo non è bellissimo?
L’insieme delle cose che reputiamo belle può essere definito fenomenologicamente. Che questa intuizione non sia del tutto sconclusionata lo si può evincere dal parallelo con la meno improbabile fenomenologia dell’innamoramento. Il nostro amore verso qualcosa o qualcuno pare manifestarsi attraverso sintomi tipici che già la trattatistica due e trecentesca attribuiva seriamente ad una malattia: “Amore Hereos est morbus quem patitur cerebrum, cuius causa est nimia cogitationis concupiscentia”, scriveva Dino del Garbo. E allora non è fuori luogo proporre in questa rubrica (La Musica Bella Secondo Me) un album che rasenta l’inascoltabile ma che riascolto ogni volta con entusiasmo. Di fatto A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza mi induce uno stato di irrazionale euforia per cui non posso far altro che considerarlo tra le cose che reputo belle. A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza, come da originalissimo titolo, è un tributo a Mario Lanza, all’anagrafe di Philadelphia Alfred Arnold Cocozza, per gli amici Freddy. Gran voce, lirico di buon livello, attore, showman, morto 38enne a Roma nel 1959. L’album è uno split tra Anthony Lanza Cocozza, per gli amici Freddy, Sir. per l’occasione, ed Elaine Hardenstein, qui citata per Contessa Elaine Lanza Cocozza, ormai defunta moglie del suddetto Freddy del quale non è inverosimile pensare che sia anche lui ormai passato a miglior vita. Anthony Lanza Cocozza pare essere parente, ma non è certo il grado, di Mario Lanza. Freddy afferma che sia suo fratello. Freddy dice un sacco di cose. Che è stato più volte convocato alla casa Bianca da diversi presidenti (a far che?), che è poeta (mai letto sue poesie), cantante (mai sentita una sua canzone), cantautore (mai letto un suo testo). L’album risulta dell’85, ma se fosse così i master originali devono risalire almeno almeno agli anni ‘70. Questo si evince sia dalla qualità della registrazione e dalla musica proposta. La Macola Records, etichetta di questo album, è una label specializzata in hip-hop (Dr. Dre credo sia il nome più famoso della crew). Cosa c’entri A Tribute In Memory To The Great Mario Lanza con la Macola Records non si capisce, senza contare che nel catalogo non risulta nemmeno. Immaginate ora un disco di cui non si hanno prove certe della sua esistenza se non fosse che l’avete fisicamente in mano. Immaginate una tipica orchestrina mariachi che suona una specie di bolero ranchero ma con l’aggiunta di un pianoforte che rende tutto più pop e molto calypso (così suonava un certo pop tra gli anni ‘50 e ‘60 negli States). Immaginate due artisti che sembrano più i personaggi di un racconto di Borges che comuni esseri umani. Immaginate Elaine che in tutto questo sfoggia un cantato lirico che somiglia al vagito di una capra su una base calypso di una canzone che originariamente era tutt’altro. Immaginate reinterpretazioni di cover che Mario Lanza non ha mai cantato. Immaginate titoli di canzoni riportati in maniera scorretta (Jamaica Farewell che qui diventa Jamaica Far Away). Immaginate di scoprire che Elaine Hardenstein è nipote della regina Vittoria. Poi passate all’ascolto della seconda parte dello split ed ecco che si apprende di quando Anthony andò in sala d’incisione con la raucedine... Tutto questo non è bellissimo?
The 50 Greatest Trailers of All Time - Lists - News - IFC.com
The 50 Greatest Trailers of All Time - Lists - News - IFC.comWe know them as trailers, but they don't trail anything; they play before the movie, not after it. The name dates to their earliest incarnation, when they actually did follow the feature. The documentary "Coming Attractions" dates the very first trailer to a 1912 Edison serial entitled "What Happened to Mary?" After each installment, a black card with white text would appear to inform audiences "The next incident in the series of 'What Happened to Mary' will be shown a week from now." Not exactly "In a world..." but it did the trick back in 1912.
What happened to Mary wasn't nearly as important as what happened to trailers, which have grown into one of the most popular forms of advertising in the world. Some think they spoil the movies -- Gene Siskel famously hated them so much he wouldn't enter a theater while they were playing -- but for the rest of us, they're a treasured part of the moviegoing ritual, a delicious cinematic appetizer to prepare us for the main course.
There are many ways to measure a trailer's quality, from the persuasiveness of its salesmanship to the cleverness of its copywriting. Ultimately, we decided that the best trailers are those that most effectively combine art and commerce, and that sell and entertain with equal skill. Some of the previews on our list are for classic films, but many are for mediocrities. Some are for absolutely bombs. That speaks to the magic of the trailers. You could argue that these clips play to our basest instincts in order to convince us to see movies that aren't always good. But considered from another perspective, trailers provide a version of cinema that's essentially utopian, in which every film is perfect, if only for two and a half minutes.
Now, in an online world ruled by pop culture lists, comes one film website that would dare to do the impossible. Pursued by a ruthless cyborg programmed to destroy it, IFC.com is about to engage in a battle to decide the fate of the human race!
No, wait, I'm sorry. That's actually the copy from the "American Cyborg" trailer. This is IFC.com's list of the 50 Greatest Trailers of All Time. No ruthless cyborgs here, unless our choices so enrage you that you send one after us. Please don't.
The full list:
50. Night of the Iguana (1964)
49. Anatomy of a Murder (1959)
48. The Man Who Wasn't There (2001)
47. Magnolia (1999)
46. Watchmen (2009)
45. The Manchurian Candidate (1962)
40. South Park: Bigger Longer & Uncut (1999)
38. Face/Off (1997)
35. The Lord of the Rings (2001-2003)
33. Where the Wild Things Are (2009)
27. A Night at the Opera (1935)
26. Speed (1994)
25. Real Life (1979)
23. Red Eye (2005)
22. Sin City (2005)
20. She's Gotta Have It (1986)
18. Sleeper (1973)
17. Charade (1963)
16. GoldenEye (1995)
11. The Blair Witch Project (1999)
8. The Texas Chain Saw Massacre (1974)
7. Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb (1964)
4. Miracle on 34th Street (1947)
1. Alien (1979)
MY IFC.COM 50th BEST TRAILER IN THE WORLD OF ALL TIME: Night of the Iguana (1964) - Lists - News - IFC.com
50.
Night of the Iguana
1964
This is IFC.com's list of the 50 Greatest Trailers of All Time:
Night of the Iguana (1964)
It's only fitting that this list ends (or begins) with the trailer for John Huston's 1964 adaptation of the Tennessee Williams drama starring Richard Burton, Ava Gardner and Deborah Kerr. In spite of those marquee names, it was the far lesser-known Andrew J. Kuehn that made the film a landmark in cinema history by introducing innovations in movie trailer-making that remain a staple today.
Hired by MGM after excelling at cutting trailers for foreign films in the early 60s, Kuehn took pre-film advertising to a whole new level when he employed a young James Earl Jones to do an omniscient voiceover, added a jazzy score and introduced quick-cut editing in a world where trailers were usually comprised of full scenes. Today, the Night of the Iguana trailer looks a bit like avant-garde filmmaking, but it proved the basis for the rest of Kuehns influential body of work, including trailers for Taxi Driver, Alien and Jaws, as well as the entire business of film marketing. They should be called leaders.
We know them as trailers, but they don't trail anything; they play before the movie, not after it. The name dates to their earliest incarnation, when they actually did follow the feature.
~ NICHOPOULOOZA
Mozart " Eine kleine Nachtmusik" Allegro
Recorded Live France
les Dissonances Mozart Nachtmusik Grimal string ensemble orchestra classical music live amadeus wolfgang
MOZART NACHTMUSIK KDEA275
WOLFGANG AMADEUS MOZART NACHTMUSIK KDEA275
Sleepy? 275 Pounds Crank DEA Operation WOLFGANG AMADEUS MOZART NACHTMUSIK KDEA meth crystal spun tweak ice seizure drug enforcement agency administration file MOZART SALIERI
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